venerdì, ottobre 01, 2010

after the beatles

Ritorna su questa pagine Lo Zio Fonta, con un lungo post e con il primo volume della compilation After the Beatles...buona lettura
 
Riflessione 1: Mentre stavo ascoltando dei vecchi dischi della fine anni ‘70, mi sono accorto che, tra i vari gruppi definiti punk o new wave, molti eseguivano una musica che adesso chiamiamo brit pop.
Riflessione 2: Dall’inizio degli anni ‘70, cioè dopo l’uscita dell’ultimo disco dei Beatles, ogni volta che un gruppo più o meno pop, produceva un qualche lavoro interessante, si finiva con il parlare della rinascita della musica pop inglese. Ma c’è mai stata una fine del british pop?
Riflessione 3: Cosa si può definire musica pop? L’originale definizione di musica pop, cioè musica popolare, a subito una trasformazione, ed ora è pop, tutta quella musica che va dalla leggera al rock e che si può definire di facile ascolto, indipendentemente dalla sua popolarità. Soprattutto negli ultimi anni, un’infinità di gruppi, anche se conosciuti da poche centinaia di persone, vengono definiti pop.
Stimolato da queste riflessioni, mi sono apprestato ad eseguire una ricerca nella musica inglese degli anni 70 80, cioè fino all’avvento dei Blur e degli Oasis, che sono stati additati come coloro che avevano resuscitato il brit pop.
Nella lista che segue, ispirata da una logica personale, e che sicuramente per molti sarà discutibile, cercherò di dimostrare che il brit pop non è morto con i Beatles, e non è rinato con gli Oasis.
Non parlerò dei vari Bowie, e Rolling ecc, perché pur non essendo musicalmente ben definibili, non si può non negare che il loro contributo alla musica pop sia notevole ma cosi sarebbe troppo facile.


After the Beatles
Quando nel maggio del 1970, usci Let It Be, era chiaro che la fase di “sperimentazione” e psichedelica, che aveva cateterizzato la musica inglese alla fine degli anni ‘60, era momentaneamente finita...già dall’ascolto della prima canzone, Two Of Us, si notava una struttura compositiva decisamente più “formale”, basti pensare al precedente Abbey Road, che iniziava con il sorprendente blues psichedelico di Come Together. In ogni caso Let It Be è un grande disco (oops! Non ho detto che stavo parlando dei Beatles, mi sembrava superfluo). Comunque già si sapeva che sarebbe stato l’ultimo loro lavoro. In seguito John Lennon si trasferì negli Stati Uniti, e la sua musica si americanizzò, mentre Paul McCartney, con gli Wings, continuò ad ampliare il discorso musicale iniziato con Let It Be.Nei primi anni settanta, in Gran Bretagna, come nel resto del mondo, non ci furono grandi novità musicali, ma diciamo pure artistiche in generale, infatti, la maggior parte dei musicisti di questo periodo, arriva direttamente dagli anni ‘60.
Ascoltando gruppi come Kinks e Traffic, anche nei loro dischi del periodo, si sentono brani che decisamente possiamo definire pop, ad esempio Lola dei primi, e Empty Pages dei Traffic. Anche in altri ambiti musicali, come il progressive o addirittura l’hard rock, troviamo canzoni con strutture decisamente pop, ad esempio nei Supertramp o nei Genesis, che dopo i primi lavori Trespass, Foxtrot, Nursery Crime e Selling England By The Pound (sì lo so che ce né uno prima ma mi fa cagare), già in The Lamb Lies Down on Brodway la forma delle canzoni è decisamente più “classicamente” pop.
Anche i Queen dopo un inizio hard, con canzoni come Killer Queen, Lily Of The Valley, In The Lap Of The Gods, You’re My best Friends, Love Of my Life ecc., possiamo decisamente definirli pop.Non possiamo inoltre dimenticare i Pink Floyd, con l’album The Dark Side of The Moon, che ha influenzato generazioni di gruppi pop, soprattutto dalla seconda metà degli anni ottanta, e che questo album, ha alterato la percezione di quello che viene definita musica pop. Decisamente differente dalla loro precedente produzione discografica, non lo si può che ascoltare come un album pop, addirittura (concedetemi l’azzardo), un disco di pre New wave.
Un pop decisamente più classificatamente definibile, è quello che ci proponeva Elton John, oppure gruppi come i Badfingers, una delle band più celatamente coverizzata che io conosca. Anche cantanti che precedentemente militavano in gruppi hard o blues all’inizio del decennio si reinventarono come interpreti pop, vedasi l’ottima produzione di Rod Stewart e quella leggermente infeirore di Peter Frampton (anche se tutti quelli che hanno più o meno la mia età non possono negare di aver ascoltato, decine di volte, il trashissimo Frampton Comes Alive).Un deciso, valido, contributo alla musica pop britannica di inizio decennio ‘70 venne sicuramente da quella musica che viene definita folk, tra gli innumerevoli rappresentanti del genere possiamo citare i sottovalutati Trees, e sicuramente lo scozzese Al Stewart, che nonostante abbia prodotto ottimi album all’inizio del decennio, solo alla fine degli anni settanta raggiunse il successo con un paio di canzoni (Year Of The Cat, Time Passages). Anche ad esempio i dublinesi Thin Lizzy, un gruppo decisamente hard e blues, raggiunsero il successo riproponendo in chiave pop un tradizionale della musica folk irlandese come Whisky in the Jar.
Sull’onda del successo di Bowie sicuramente anche il glam-rock diede un notevole contributo al pop del decennio. Il massimo rappresentante, oltre a Bowie naturalmente, fu Marc Bolan, che dopo un inizio di carriera votata la folk psichedelico, con i suoi T-Rex, incise una serie di canzoni che grazie alla loro melodia accattivante, nonostante un approccio un po’ hard, entrarono di diritto nel novero della musica pop. Tra queste possiamo sicuramente ricordare Hot Love e Telegram Sam senza naturalmente dimenticare la travolgente Children Of The Revolution.Un altro gruppo glam che merita attenzione sono sicuramente i Mott The Hoople, arrivati anche loro dagli anni sessanta, che nei primi anni del decennio con due ottimi album, All The Young Dudes ed il successivo Mott, propongono una lettura accattivante, anche se non troppo originale, del pop.
Sfruttando la popolarità del glam (e dei Queen) molti altri gruppi, di provenienza hard e sicuramente di modesto valore, si reinventarono glam-pop, come ad esempio gli Sweet o gli Slade.Probabilmente il gruppo più originale, sia musicalmente che visivamente più influente, per il pop della successiva generazione furono i Roxy Music di Bryan Ferry e Brian Eno, dei quali i primi due album, l’omonimo Roxy Music e For Your Pleasure, sono da considerare tra le cose migliori prodotte nel periodo, anche al di fuori del solo ambito pop. Appena lasciati i Roxy e poco prima di diventare un “genio” della musica, Brian Eno, incide un disco, Here Come The Warm Jets, che possiamo decisamente considerare pop ed essendo un disco di Eno e considerando che Eno era un specie di Re Mida della musica, il disco è fantastico.
Dalla seconda metà degli anni settanta, tra i fautori del pop, possiamo anche annoverare, alcuni di quei gruppi che in seguito sarebbero stati definiti, Pub Rock Band, dei quali molti sarebbero poi stati assorbiti dal movimento punk o new wave, ad esempio i Dr. Feelgood, Vibretors ma anche i ben più famosi, Ian Dury and the Blockheads o gli Stranglers, che nonostante la loro rappresentazione visiva, sia alquanto cupa, possiamo annoverare come ottimi esempi di musica pop.Una delle Pub Band, che sicuramente possiamo citare come pionieri del genere, sono sicuramente i Brinsley Schwarz di Nick Love. Legati sicuramente ad un rock più “tradizionale”, nei primi anni settanta hanno pubblicato un disco, che merita sicuramente un citazione, Nervous On The Road, dove non tanto le composizioni, quanto la produzione, lo differenziano dai dischi tipici dei primi anni settanta.
Alla fine degli anni settanta, con l’esplosione del punk, si sviluppò un altro fenomeno, quello delle autoproduzioni e della nascita di molte etichette discografiche indipendenti, che permisero ad un innumerevole quantità di gruppi, anche non propriamente punk, di incidere dischi  che indubbiamente riscrissero l’estetica del pop britannico.
Gruppi punk della prima ora, grazie a canzoni piene di entusiasmo giovanile (alle volte anche ingenuo), produssero quello che possiamo definire pop, ad esempio i Rich Kids, 999, X ray Spex, Boys, Only Ones, Adverts, Desperate Bicycle, Magazine, Records o gli ingiustamente misconosciuti Subway Sect, ma anche in gruppi più famosi come Buzzcocks o i Police, dopo i primi singoli indiscutibilmente punk, troviamo nelle successive incisioni canzoni decisamente più “leggere”.Sicuramente uno dei gruppi più influenti del movimento punk, i Clash, con l’uscita del disco London Calling, produssero un ottimo disco di pop, ormai riconosciuto universalmente come un capolavoro. Alla sua uscita suscitò molte perplessità, soprattutto tra i puristi del punk che parlarono di tradimento e commercializzazione ma solo ad ascoltatori superficiali poteva sfuggire che l’idea di musica dei Clash andava ben oltre la sola ritmica incalzante del punk. Infatti già nel primo album  si poteva ascoltare una cover di Police & Thieves, un brano di quella musica giamaicana, che sarebbe diventata parte integrante del pop britannico, si pensi al lavoro fatto con lo ska da gruppi tipo Madness, Specials o Selecter, per citare solo i più famosi e forse migliori, o con il reggae degli UB40, e di gruppi più punk tipo Slits o Ruts.Un discorso a parte meritano gli Ultravox e i Japan che con il loro Synth-pop, assieme a quello che viene chiamato new romantic di Adam and the Ants, influenzarono il dance pop degli anni ottanta che portò in seguito al successo, validi gruppi come Human League, New Order, Cocteau Twins, Depeche Mode o i primi Simple Minds ma anche gruppi mediocri se non addirittura pessimi, come furono Duran Duran, Spandau Ballet o Culture Club per fare qualche esempio. Al contrario, come musica di intrattenimento ma non certamente banale, possiamo citare gli Scritti Politti, che dopo un inizio politicamente impegnato, virarono su un dance pop di grande impatto.
Sicuramente possiamo riascoltare con piacere i Delta 5, Maximun Joy, gli scozzesi TV 21 e i geniali Associates.Come musica diciamo...dance ma più vicina al Rythm & Blues (ma si diciamo cosi) non possiamo ignorare l’ottimo disco d’esordio dei Dexys Midnight Runner, o l’estrosa produzione dei Pigbag. Quest’ultimi vengono anche associati a quei gruppi che vengono definiti Art Punk, Essential Logic, Family Folder, Au Pairs, e i successivi Sound, Youn Marble Giants, Monochrome Set, Crispy Ambulance, Blue Orchids, dove l’esasperata ricerca musicale, a volte, lascia spazio ad ottimi brani di musica pop.Un altro stile musicale che si impose alla fine del decennio, e che proseguì per buona parte degli anni ottanta, è sicuramente quello che viene definito New Psychedelic ma che possiamo definirlo come un ennesima rilettura del pop, tra i quali massimi esponenti possiamo inserire Soft Boys, Psychedelic Furs, Echo & The Bunnymen e i Teardrop Explodes di Julian Cope, che in seguito come solista ha pubblicato una manciata di buoni dischi pop. Tra questi, anche se solitamente vengono definiti gothic o pop generici, possiamo benissimo inserire i Bauhaus e Cure, che a cavallo dei decenni ’70 ’80, hanno prodotto una serie di album di notevole fattura.Sicuramente la band del periodo che più di ogni altra è stata associata con il pop sono gli XTC, forse esageratamente esaltai in patria  ma ingiustamente sottovalutati al di fuori delle isole britanniche, hanno prodotto per un decennio dei buoni dischi di quella che potremmo definire una proposta più “classica” del pop, al quale possiamo affiancare gruppi di minor successo, ma non per questo meno interessanti, come furono gli Yachts e i Pink Military di Liverpool o gli scozzesi Orange Juice.
Al pop britannico di fine decennio, non possiamo ignorare il contributo dato dai cantautorali Wreckless Eric e soprattutto Elvis Costello, il geniale pseudo swing di Joe Jackson, culminato nell’album capolavoro Night and Day, il mod revival degli Jam di Paul Weller, che in seguito negli anni ottanta con gli Style Council avrebbe proposto un pop per yuppie culturalmente avanzati, i Dire Straits che produssero un ottimo album d’esordio, le prove solistiche di Peter Gabriel e degli irlandesi Boomtown Rats e U2 del quale (quest’ultimi) ogni commento mi sembra superfluo.Negli anni ottanta la musica pop britannica, divenne preminente nei gusti popolari, grazie all’effimero successo ottenuto da gruppi come i sopracitati Duran Duran, Spandau Ballet, gli Wham di George Micheal e molti altri che riuscirono a imporsi anche con una semplice canzone, Eurythmics, Talk Talk, A Flock of Seagulls, Teatrs for Fears, Pet Shop Boys, OMD, Thomas Dolby, Thompson Twins, Bronsky Beat, Heaven 17ecc, alcuni decenti, altri decisamente mediocri.
Nonostante l’esasperata commercializzazione del fenomeno, anche in questo decennio possiamo trovare delle buone cose. Nell’ambito del pop che definiamo più classico, sicuramente le cose migliori le possiamo ascrivere agli Smith, ma sicuramente anche l’album d’esordio degli Stone Roses, preceduto da due o tre singoli e uscito sul finire del decennio, va annoverato tra le cose migliori del pop degli anni ottanta. Altri gruppi sul finale della decade hanno prodotto dei buoni dischi come i The La’s e i Ride che penso vadano citatati, e anche gli A.R.Kane con l’album 69, meno “classico” dei precedenti (il loro è un ottimo dream pop di grande impatto) che anticipa il lavoro dei successivi gruppi di shoegazing tipo Slowdiven o My Bloody Valentine, che nonostante inizino la loro carriera alla fine degli ottanta, sono indiscutibilmente legati al decennio successivo.Anche gli Happy Mondays, prima di votarsi completamente alla dance music, con il loro album d’esordio (ha un titolo lunghissimo, che sinceramente non ricordo), ci offrono un ottimo disco di pop.Più legati alla precedente new wave, vanno ricordati, i New Modely Army, con il loro album Bittersweet, che ci offrono un arguta lettura del pop, oppure il raffinato lavoro di David Sylvian e sicuramente i già citati Julian Cope e Style Council.
Non possiamo in fine dimenticarci gli ottimi lavori dei Pogues e dei Waterboys, che attualizzarono e rivitalizzarono quella musica folk che in fin dei conti è il punto di partenza di quello che oggi definiamo british pop music.Negli anni ottanta le mie preferenze musicali, erano indirizzate oltreoceano  ma un giorno dei primi anni novanta, non mi ricordo né dove né come, sentii che quella sera un misconosciuto gruppo inglese si esibiva in una discoteca nell’hinterland milanese, non mi ricordo il nome del locale ma era a San Donato (forse). Mi piace ricordarmi che fosse stata una notte nebbiosa, ma non sono neppure sicuro che fosse inverno, comunque dopo aver convinto qualche amico ad accompagnarmi ci apprestammo all’affannosa ricerca di questa discoteca (i navigatori satellitari non erano ancora in commercio, e ovviamente TuttoCittà ignorava completamente quella landa desolata) dove si sarebbe svolto il concerto. Giunti finalmente nei pressi, avvistammo uno sparuto gruppo di persone che si apprestavano ad entrare nel locale e che evidenziarono la nostra agognata meta. Il pubblico, formato sì e no da duecento persone, accentuò le precedenti perplessità degli amici che mi avevano accompagnato...la domanda più frequente che mi facevano era “Ma chi cazzo sono questi che suonano?” o variando “Ma che cazzo suonano questi?”. Poi il concerto finalmente cominciò e nessuno ebbe più perplessità e, che cazzo, erano i Blur.Rileggendo il tutto, mi sono accorto di aver dimenticato molta “roba”  ma ho scritto tutto praticamente a memoria, consultando semplicemente i dischi in mio possesso e il tutto si basa su esperienze di ascolto personale. Perciò ogni consiglio o segnalazione è benaccetta.
Lo Zio Fonta
tracklist e link nei commenti

7 commenti:

CheRotto ha detto...

1. Come Away Melinda - Uriah Heep
2. The Sun Will Never Shine -Barclay James Harvest
3. Gasoline Alley -Rod Stewart
4. Empty pages- Traffic
5. Fat Old Sun / Summer '68- Pink Floyd
6. Murdoch –Trees
7. Lucky Man - Emerson, Lake & Palmer
8. Lola – Kinks
9. Without You – Badfinger
10. Electric Los Angeles Sunset - Al Stewart
11. Hot Love- Marc Bolan T. Rex
12. Lady Loves- Barclay James Harvest
13. Eire - Thin Lizzy
14. Maggie May - Rod Stewart
15. Behind Blue Eyes – Who
16. Get It On - Marc Bolan T. Rex
17. Telegram Sam - Marc Bolan T. Rex
18. Shades of a blue orphanage - Thin Lizzy
19. Lonely Man - Mellow Candle

http://www.mediafire.com/?uirrrb8jg2x2q72

Der Graf von Mailand ha detto...

Proprio un bel post zio Fonta!Proprio un bel rientro.Mi mancavano i tuoi scritti.
Ci hai dato una bella lezione Pop sul pop.Ti possiamo chiamare prof.? O meglio Doctor Fonta.

allelimo ha detto...

Non si leggono le righe più lunghe...
a parte questo, direi che ti sei dimenticato di definire "pop" in modo un po' più rigoroso: così nel post è tutto "pop", in un minestrone un po' troppo pieno di sapori :)

Leandro Giovannini ha detto...

io ci aggiungerei i Prefab Sprout e i Kane Gang e pure i Miles. Per il resto bel post, anche se abbraccia gruppi che sono stati popster per caso.

CheRotto ha detto...

urca allelimo...non me ne ero accorto...sarà forse perchè ieri avevo il febbrone e ho inserito velocemente il testo dello Zio Fonta...grazie per la segnalazione

Lo Zio Fonta ha detto...

Si Harmonica hai ragione, sopratutto per quanto riguarda i perfab sprout, appena ho riletto il post mi sono accorto che avrei potuto inserirli, ma anche molti altri mi sono sfuggiti ad esempio 10cc o eletic light orchestra ecc..
Sicuramente molti sono popster per caso, ma la mia ricerca andava appunto in quella direzione, quando ho finito la stesura del post, mi sono accorto che avrei potuto inserire addirittura alcune cose heavy metal, perche secondo me alcuni riff o ritornelli degli iron maiden o dei saxon, sono semplicemente musica pop urlata e suonata veloce, e questo più o meno risponde anche al minestrone.

mira ha detto...

che bignami! hai riassunto bene o male 40 anni di musica pop in poche righe, benchè sia dichiaratamete empirico