martedì, marzo 30, 2010

il ritorno di Erykah e il video girato nei luoghi del delitto

agli amanti dalla black soul music e soprattutto agli amanti di Erykah Badu segnalo che qui si può trovare il suo ultimo lavoro (a un primo ascolto sembra meritevole)...vi lascio il video girato nel luogo dove fu ucciso JFK...buona visione

le speranze del Pert

povero Pert...le tue speranze sono rimaste vane...di nuovo un brutto risveglio anche se ero preparato a questa batosta...non mi resta che fare come il Pert e sperare, anche se mi sa che sarà inutile anche in questo caso, per il comune dove abito...e in onore del Pert partigiano metto a disposizione un album che avevo pensato di proporlo su questo blog intorno al 25 di aprile...si tratta di un'operazione condotta nel 1995 dal CPI, Consorzio Produttori Indipendenti, in onore del 50esimo della liberazione, l'album in questione si chiama Materiale Resistente e qui trovate tutto quello che c'è da sapere...un triste buon ascolto dal vostro Cherotto...

lunedì, marzo 29, 2010

musica leggera da sottofondo...

è ora di stemperare il clima da campagna elettorale degli ultimi post apparsi qui su 'risica' in attesa di conoscere se andremo di nuovo a votare fra quindici giorni (almeno quelli come me che hanno votato anche per il sindaco), distendiamo i nervi, rilassiamoci al suono della longue music...l'idea di proporre questo genere musicale parte da un post pubblicato tempo da un'ottima blogger, SR82, sui Calibro 35 e le musiche da film degli anni '70...non mi strappo i capelli per questo genere musicale ma devo confessare che come musica di sottofondo, sia mentre lavoro oppure in casa (preferibilmente mentre cucino...), non mi dispiace...probabilmente il piacere che ho nell'ascoltare la musica principalmente tratta da film denominati di serie B (non erano però proprio tutti di serie B) anni 60/70 sta nel fatto che quei suoni facevano da sfondo ai giorni della mia infanzia...queste melodie che sono poi state definite come musica da aperitivo o longue (da non confondere con l'easy listening da supermercato) le sentivo alla radio (radio rai ovviamente), in qualche studio medico, stanza d'albergo / residence o casa che aveva la filodiffusione (qualcuno se la ricorda?) oppure da qualche cassetta che gravitava in casa mia o in casa di qualche cugino più grande...sicuramente giungevano anche da qualche trailer che vedevo quando mi lasciavano guardare un film che finiva tardi (dieci e mezza o undici di sera!) e poi partiva una specie di Coming Soon...con il passare degli anni quei suoni non facevano più parte delle programmazioni radio nè delle colonne sonore dei film e anch'io mi sono diretto verso sonorità decisamente diverse...poi la mancanza di nuovi prodotti sul mercato discografico e la diffusione di sonorità ambient hanno riproposto i suoni che erano sì di contorno a film nella maggior parte inguardabili ma alcuni di questi pezzi erano composti da veri maestri classici o jazzisti: Morricone, Cipriani, Micalizzi, Bacalov, Trovaioli, Ortolani, Piccioni...insomma un sottofondo leggero e gradevole da ascoltare, secondo me, non solo all'ora dell'aperitivo...il ritorno definitivo è stato sancito da qualche etichetta che ha ristampato vari brani estratti da film o altro che girava in quegli anni e da qualche musicista, vedi Mike Patton, che dal rock si è inoltrato alla scoperta e alla pubblicazione dei pezzi di Morricone tratti da film horror o pseduo tali...abbiamo anche una 'giovane' band nostrana, e qui segnalo il post di SR82, i Calibro 35, che si cimenta sia in cover dei pezzi più celebri sia in pezzi inediti e il risultato è molto buono...altri grandi diffusori della musica longue sono stati i vari blog sparsi per il mondo specializzati in questo genere (qui uno su tutti) ed è grazie a loro che ho riscoperto cose che avevo deposoto in luoghi lontani del mio cervello...tutte queste righe per introdurvi ad un appuntamento che spero di riuscire a mantenere fisso (ma qui su 'risica' non si può dare nulla per certo) almeno per proporvi i 10 cd usciti qualche anno fa per l'etichetta Easy tempo e che appunto contenevano i migliori brani del genere...buon ascolto con la prima compilation...a presto

Easy Tempo Volume 1 - A Cinematic Easy Listening
1. Grigioperla - Gianfranco Plenizio
da La Gatta in Calore
2. Serena E Lomunno - Riz Ortolani
da Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Republica
3. Il Ricordo Di Serena - Riz Ortolani
da Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Republica
4. I Giovani Benvenuti - Armando Ttrovaioli
da La Famiglia Benvenuti
5. Mark Il Poliziotto - Stelvio Cipriani
da Mark il Poliziotto
6. Blue Rhythm Festival - Piero Piccioni
da Bora Bora
7. Notte Al Grand Hotel - Riz Ortolani
da Tiffany Memorandum
8. One Fine Morning - Augusto Martelli
da LP Color Martelli
9. La Morte Accarezza A Mezzanotte - Gianni ferrio
da La Morte Accarezza A Mezzanotte
10. Sessomatto - Armando Trovaioli
da Sesso Matto
11. Gangster Story - Guido E Maurizio De Angelis
da La Polizia incrimina, la legge assolve
12. Mood - Augusto Martelli
da LP Color Martelli
13. Ira Rhythm & Blues - Gianni Ferrio
da La Morte Accarezza A Mezzanotte
14. La Gabbia - Gianni Ferrio
da Big Guns
15. I Travestiti - Riz Ortolani
da Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Republica

venerdì, marzo 26, 2010

this machine kills fascists

Avevo giá in mente di scrivere un post su Billy Bragg seppur con i Wilco, Cherotto mi ha preceduto di qualche giorno. Poco importa, di artisti come Billy ne abbiamo sempre piú bisogno con la loro passione, militanza e onestá intellettuale.
Era il 1992 quando Nora Guthrie, figlia di Woody incontrò il nostro per sottoporgli le migliaia di vecchi scritti del padre risalenti al periodo fra il 1939 e il 1967. Billy Bragg decise di musicare una parte di questi testi con la band americana dei Wilco e anche se all'inizio dell'avventura Jeff Tweedy, leader del gruppo, fosse titubante a confrontarsi con un mostro sacro come Guthrie accettò l'invito. Nel 1998 venne pubblicato Mermaid Avenue, nome della strada a Coney Island N.Y. dove Woody Guthrie abitò, il combo scrisse le musiche di queste poesie o talvolta semplici filastrocche per bambini (hoodoo voodoo) pensando non al Woody del periodo in vita ma come se fossero state scritte al presente senza dimenticare la tradizione musicale americana.
Il disco ebbe un buon successo di critica e soprattutto di pubblico, 350.0000 copie vendute il piú grosso successo commerciale di Billy Bragg, tanto che due anni dopo ci fu un seguito con Mermaid Avenue volume 2 altrettanto bello e prezioso come il primo con in copertina la foto in bianco e nero di un bellissimo gatto soriano.
Buon ascolto. Der Graf von Mailand.

giovedì, marzo 25, 2010

il ritorno del gorilla

assistere alla presentazione di un nuovo libro da parte dell'autore stesso è un po' come andare al concerto di un musicista quando è fresco di un nuovo lavoro e sai che suonerà prevalentemente brani che hai appena sentito perchè hai appena comprato il disco... di Sandrone Dazieri ho letto quello che si poteva leggere, ho anche incosapevolmente visto un paio di film con sue sceneggiature e il suo modo di scrivere mi piace molto, tocca precisamente le mie corde...ha scritto 5 libri con storie che ruotano ad un protagonista che si chiama come lui, abita a Milano come lui, come lui aveva frequentato gli ambienti della militanza politica e del Leoncavallo alla fine degli anni 70, pensa e si muove come lui, di diverso hanno solo un paio di cose: la prima è che il vero Sandrone scrive, il Sandrone del libro per campare fa il gorilla; la seconda cosa è che il Sandrone del libro ha un Socio molto particolare...ed è quest'ultima differenza sostanziale che mi ha fatto leggere sempre con piacere i libri dedicati al Gorilla...la scorsa settimana è uscito La Bellezza è un malinteso, cinque anni dopo l'ultimo volume dedicato alle imprese del Gorilla e ieri lo ha presentato, per la prima volta, presso la Fnac di Via Torino a Milano a pochi passi da Piazza del Duomo dove era in corso un comizio di Beppe Grillo e infatti Sandrone ci ha ringraziato fossimo presenti nonostante Grillo...Sandrone è stato presentato da un tizio di cui non ricordo il nome di cui ha parlato di questa nuova generazione di scrittori italiani che si cimentano nel noir e ha citato i vari Lucarelli, De Cataldo, Carlotto, Fois, Genna (tutta gente di cui ho letto parecchi dei loro lavori), insomma li ha rinchiusi nella bella etichetta del noir cosa che non condivido molto e che ho anche avuto modo di dirlo ieri quando hanno dato la parola a noi lettori presenti...alla fine mi è piaciuto ascoltare il Dazieri, gran personaggio con belle idee e mi sono comprato il libro che a breve inizierò a leggere...grazie ancora Sandrone per la serata di ieri...vi lascio con il booktrailer del libro e il suo incipit presi direttamente dal suo sito...a presto

Li osservo uscire dal portone di un brutto palazzo di piazzale Greco. Prima un uomo anziano, forse suo padre. Lei si chiama Antonella, spunta subito dopo tenendo la mano al figlio più piccolo. Michele, dieci anni, alto per la sua età. La donna ha un cappotto nero con il bavero di pelliccetta e due scarpe troppo leggere per il freddo che fa. Il bambino ha una berretta di lana e una sciarpa che gli arriva fino agli occhiali. Lenti spesse, a scuola gli daranno del secchione. Si muove a rilento, la madre lo tira nervosa e nel farlo si gira verso di me. Il viso è livido per il gelo e il rossetto è sbavato. Ha gli occhiali scuri. Le labbra tremano leggermente. Si china ad aprire la portiera dell'auto mentre l'uomo anziano sale alla guida. La maniglia le spacca un'unghia, lei si porta il dito alla bocca, poi lo guarda con rabbia. Infila Michele sul sedile posteriore e si volta a fissare l'entrata del palazzo.
Dal portone escono gli altri due figli, Giovanna e Riccardo. Giovanna ha diciassette anni, i capelli neri spettinati, un piumino Monclaire sopra i jeans e gli stivaletti con il tacco. Il fratello, diciannove anni, indossa un piumino identico e un cappellino da baseball. Piangono. Il ragazzo si trattiene, la sorella invece è squassata dai singhiozzi. Arrivati all'auto, si bloccano. Giovanna non vuole salire, fa il gesto di tornare verso casa. La madre la afferra per le spalle e la scuote gridando qualcosa. Il vento porta via le sue parole oppure sono troppo stanco per capirle. Prima di loro ho visto parenti e amici far visita con mazzi di crisantemi e gli uomini delle pompe funebri appendere i drappeggi viola, anche se il corpo di Antonio Davico, marito e padre amorevole, è ancora all'istituto di medicina legale. I suoi familiari stanno andando a prenderlo per riportarlo a casa.
La donna dice ancora qualcosa, sempre con l'espressione tesa, poi imprevedibilmente abbraccia la figlia e affonda il viso tra i suoi capelli. Devono profumare di buono, di shampoo alla mela o al lampone. Ho l'impressione di sentirlo anch'io. Mi sono trovato sotto casa loro all'alba e sono rimasto a spiarli, a fare la mia penitenza. Forse è per questo che il mio Socio mi ci ha portato. Sarebbe da lui. La sua versione di senso dell'umorismo. Ma a me non viene tanta voglia di ridere. Penso invece a Davico che scende nella metropolitana e si getta sotto un convoglio di pendolari. Penso alla sua gamba tranciata di netto che si è incastrata sotto le ruote del vagone, ai pompieri che hanno pulito il sangue con le pompe ad alta pressione.
E penso che è stata colpa mia.

mercoledì, marzo 24, 2010

fuoco ai pescecani

tempo fa avevo buttato lì un post solo con foto e link dei No Guru, gruppo formato da rockettari irriducibili che arrivano dalle prime formazioni di Ritmo Tribale e Afterhours...ora sta per uscire il loro primo lavoro ed è uscito il loro primo singolo con video annesso...sembra di tornare nei primi anni novanta...buona visione

lunedì, marzo 22, 2010

I've got a socialism of the heart

domenica e lunedì prossimi si andrà alla urne...a me tocca pure il rinnovo del sindaco...non bastavano le regionali, c'è pure da pensare al sindaco...e la città/paese in un cui abito ha sfoderato ben 9 candidati 9...viene da pensare che si potrebbe esserci solo l'imbarazzo della scelta...a me invece viene da pensare un'altra stagione, non climatica, ma politica, quella che non c'è più, quella di quando avevo 12/13 anni (fine anni 70) e fuori era grigio e marrone e c'erano gli scontri tra polizia e studenti che io guardavo dal fondo della via e poi fortunatamente oltre alla violenza c'era dell'interesse e, attenzione che ora ne dico una grossa, c'era partecipazione, incredibile vero? partecipazione...ora, per quanto mi riguarda e purtroppo riguarda anche altri della mia generazione, è la stagione dello scazzo, del tanto non cambia nulla, del ho votato sempre a sinistra perchè credevo fossero diversi e invece sono uguali agli altri se non peggio, del non so chi cazzo votare, del basta non ne posso più...peccato...peccato non aver più degli stimoli da quella parte perchè, come diceva il buon Billy Bragg, tutto sommato ho sempre del socialismo nel mio cuore e che sia ovvio che il socialismo è inteso come concetto, ideologia e non come PSI...il buon Billy non credo proprio intendesse parlare del partito del defunto Bettino e i 40 e più ladroni che hanno affollato il nostro Parlamento e sedi limitrofe...il buon Billy parlava di altro in questo suo disco, William Bloke, che forse non è il migliore dei suoi lavori ma non è per nulla male e contiene la canzone di cui cito il verso che mi ha aiutato a parlare del mio scoramento politico...ed è anche una bella canzone piena di gioia, mi sa che la metterò per andare alle urne così forse mi stimolerà a cercare, e trovare, il socialismo nel mio cuore...anche se la vedo dura, molto dura...buon ascolto

domenica, marzo 14, 2010

se non ho una parola posso solo mostrarmi


era da un po' di tempo che avevo intenzione di farvi ascoltare i Franti ma, devo ammatterlo, mi mancavano le parole giuste...sarei andato troppo di copia e incolla nel web per poter dare un minimo di presentazione al disco anche perchè li ho scoperti tardi, solo qualche anno fa leggendo uno speciale su di loro sulle pagine del Mucchio Extra...poi l'altro giorno un blogger che seguo (e lui segue questo blog) ha parlato del loro primo lavoro, Luna Nera, citando anche qualche pagina web per approfondire la conoscenza sui Franti...leggendo i commenti al suo post si deduce che non sono in molti a conoscere le loro produzioni...e allora non mi tocca che chiudere con il solito augurio per chi segue il blog di allelimo, per chi segue questo e soprattutto per chi non conosce i Franti...buon ascolto

venerdì, marzo 12, 2010

the london blues

Precisazione: ascoltando, in questi giorni, vecchi dischi, non ho potuto fare a meno di notare, la costante presenza, nelle varie registrazioni, del giovane Eric Clapton, e questa cosa mi ha fatto riflettere, sulla sua eccezionale e folgorante giovane carriera, e di come, adesso, venga considerato poco più che un buon mestierante.
Queste, riflessioni, mi hanno ispirato una ricerca, tra i vari dischi, un po’ per curiosità, un po’ anche per il piacere di ascoltare questi “vecchi” capolavori.
Il giovane Eric Patrick Clapton, dopo un’infanzia ed un’adolescenza un po’ problematica (potete consultarvi su internet per maggiori delucidazioni), si innamora della chitarra e della musica blues, e ben presto, nella solita Londra in pieno fermento musicale, comincia a suonare in vari gruppi più o meno validi, ma la sua perizia lo porta appena diciottenne, nel 1963 a diventare membro degli Yardbirds (a questo indirizzo potete trovare più o meno tutti i dischi del quale parlo), sicuramente uno dei gruppi inglesi più importanti della storia del rock, non inferiori a Beatles o Rolling Stones. La sua permanenza negli Yardbirds, dura due anni, col quale registra tre dischi di ottimo blues e rhythm'n'blues, compreso il favoloso live con Sonny Boy Williamson, che uscirà successivamente, ed un disco più rock, For your Love, di cui l’omonimo singolo diede il meritato successo al gruppo, ma la virata quasi pop non convinse Eric Clapton, che abbandonò il gruppo, sostituito da Jeff Beck e così si risparmiò la penosa partecipazione a SanRemo.
Appena ventenne, si associò con forse il massimo esponente del blues moderno, John Mayall, ed insieme incisero quel capolavoro che è Blues Breakers with Eric Clapton.
Nel 1966, assieme al bassista Jack Bruce ed al batterista Ginger Backer, formò i Cream, dei quali, l’energia della sessione ritmica, gli fa ora additare come uno dei gruppi percussori dell’hard rock.
I Cream incidono: Fresh Cream, Disraeli Gears, Wheels Of fire ed infine Goodbye, che insieme al live pubblicato successivamente ne fa indubbiamente uno dei gruppi più influenti della storia del rock.
In questo periodo diventerà anche amico di un altro chitarrista, il grande Jimi Hendrix, che appena giunto a Londra, verrà aiutato, da Clapton e Pete Towshend, ad affermarsi. In seguito la morte di Hendrix colpi molto Clapton. Nel settanta, apriva tutti i concerti suonando Little Wing in onore dell’amico scomparso.
La sua fama lo porta collaborare con diversi artisti, possiamo trovare la sua chitarra, in un brano del White Album dei Beatles, in Lumpy Gravy di Zappa, nonché nel Live in Toronto di John Lennon ed in altri che però adesso non ricordo.
Scioltisi i Cream, alla fine degli anni sessanta, collabora con l’amico Steve Winwood, col quale aveva già inciso un singolo, nel ’66, a nome Powerhouse, ed assieme a Ginger Backer formano i Blid Faith, che con l’anonimo album, incidono uno dei dischi più belli di rhythm'n'blues di tutti i tempi, nel quale anche le canzoni di più facile ascolto, come Can't Find My Way Home o Presence of the Lord, sono di livello superlativo. Dopo una serie di concerti, Clapton, abbandona i Blind Faith, e si unisce ai coniugi Delaney & Bonnie, un gruppo di soul country e southern rock, con il quale va in tournee. Da questi concerti verrà registrato un bel disco, Delaney & Bonnie On Tour with Eric Clapton, e sempre coi Delaney & Bonnie, nel 1970, registra il suo primo disco solista, a nome Eric Clapton, un disco non certo imperdibile.
Alla fine del 1970 Clapton forma i Derek and the Dominos, ai quali si aggiunge Duan Allmon, giunto in studio solo per conoscere Clapton, ma entusiasmato dal progetto, contribuisce con la sua chitarra, soprattutto la slide, a creare quel capolavoro che è Layla and Other Assorted Love Songs, un disco che nonostante sia doppio riesce ad essere convincente fino alla fine, e dove su tutte le canzoni prevale la title track Layla con il suo iniziale riff incalzante, ed il suo struggente finale.
Dopo i live con i Derek, inizia il periodo più critico per Clapton, oltre ai problemi con la droga si aggiunge la tragica morte, in un incidente motociclistico, dell’ormai amico Allmon. Il periodo di crisi dura per molti mesi, e sarà Pete Towshend, a prodigarsi per risollevare Clapton, organizzando un concerto, incoraggiando il suo rientro sulla scena musicale. A questo concerto collaborano tra gli altri Steve Winwood e Ronnie Wood, e ne verrà tratto un disco live, Eric Clapton's Rainbow Concert, e qui vi consiglio di cercare la versione del ventesimo anniversario, recuperata dai bootleg, perché è indubbiamente più completo, ed è un buon disco, mentre invece l’originale di solo sei canzoni (mi sembra) è un disco veramente insignificante.
Negli anni ’70 Clapton, dà avvio alla sua carriera solista, pubblicando quattro o cinque dischi, di medio livello, le cose migliori sono forse i due live, E. C. Was Here del 1975 e Just One Night del 1980, dove riesce a rivitalizzare anche dei brani che in studio erano un po’ scarsi...mi ricordo addirittura di aver trovato Blues Power nei Juke Box (per chi non lo sapesse, il Juke Box, era una specie di lavatrice, che veniva collocata negli angoli più remoti dei bar, ed inserendo una moneta, diffondevano, con una pessima amplificazione, il più delle volte distorta, della musica più o meno di successo). Comunque nei settanta, si può dargli merito di aver dato visibilità alle composizioni di un grande autore, J.J.Cale, riproponendo alcuni suoi brani come Cocaine o Afther Midnight, e di aver scoperto tra i primi la canzone di un autore giamaicano, un certo Robert Nesta Marley, registrando I Shot the Sheriff già nel 1974.
Negli anni ottanta Clapton ritornerà a proporre un blues più classico, ma talmente edulcorato che io lo definisco pop blues, e chissà se nel suo progressivo declino, avrà mai ripensato, a quando accusava gli Yardbirds di essere diventati troppo commerciali.
In ogni caso, è innegabile, nonostante il declino degli ultimi decenni, che Eric Clapton, è stato una delle figure più importanti e influenti nella storia della musica rock.
Ciao. Lo Zio Fonta.

lunedì, marzo 08, 2010

scusate il ritardo, ricominco da tre (made in england)

Ho preso in prestito due titoli di film del mai dimenticato Massimo Troisi per il mio ritorno su questo blog. Problemi al computer e la mia inesorabile pigrizia mi ha fatto stare lontano dalla scrittura per una ventina di giorni, scusate ancora. Perchè ricomincio da tre? Leggete qui sotto.

Made in England

STANDING STONE - OLIVER (1974)
In una fattoria del Galles Oliver Chaplin alla metà degli anni settanta incise questo disco con le sue due o tre chitarre, con l'aiuto di un registratore a 4 piste e alla regia il sapiente fratello Chris già tecnico del suono per la BBC, suo il contributo nelle sessioni di Jimi Hendrix. Questo Standing Stone nonostante i suoi trentasei anni è di una freschezza e una giovinezza incredibile. Psychedelia-folk-prog-blues in unico disco è difficile da trovare, non ci credete? Ascoltare per credere.


BARK PSYCHOSIS - HEX (1994)
Opera prima su 33 giri per questo gruppo londinese che ruota principalmente attorno al duo Graham Sutton (voce e chitarra) - Daniel Gish (tastiere). Su Hex troverete otto canzoni con atmosfere rarefatte e psychedeliche. Io l'ho scoperto nelle pietre miliari di onda rock (dio benedica questo fantastico sito). Vi rimando alla loro recensione.Vi dico solo che se vi piacciono Sigur Ros, Mazzy Star e le sonorità dilatate è musica per voi.



THE DUCKWORTH LEWIS METHOD - Omonimo (2009)
Chi di voi conosce le regole del cricket? Io no, ma mi piace la musica pop e se il pop è suonato con classe vado letteralmente in delirio. Il leader dei Divine Comedy approfittando del gioco tipico british confeziona il classico disco pop. Classico perchè si troveranno influenze dei Kinks, XTc e i Fab four... a me in un paio di canzoni mi hanno ricordato anche i Monty Python con i loro sketch irriverenti.

Io avrei finito qui per questa volta,spero di non far passare troppo tempo per il mio prossimo post ma in questo periodo ho poca ispirazione.
Un'ultima cosa...volevo dare anche io il benvenuto nel nostro blog a Lillit.
Der Graf Von Mailand

gesto estremo...

sulla scomparsa di Mark Linkous e su altre 'scomparse simili' (vedi Vic) credo che ognuno abbia la libertà di esprimersi...come ha fatto Bird Antony in dicembre e relativi commenti... di seguito pubblico lo sfogo del Conte che mi ha inviato via mail oggi...

Ma é cosí brutto il mondo musicale "alternative"americano?
CAZZO!! Io farei carte false per appartenere a quel mondo e questi si fanno fuori uno dopo l'altro. Rispetto in pieno il gesto, estremo e difficile, e posso capirli ma che vengano qua da noi. Noi che ci alziamo alle sette per andare a lavorare o magari come me che ho un cristo di mini lavoro e ogni giorno é ugale agli altri cento che sono passati. 'Sti porca troia (per non dire di peggio) di artisti non li capisco.

saluti, Der Graf von Mailand

infine, come già ho fatto per Vic vorrei ricordare Mark con il suo ultimo lavoro-collaborazione...buon ascolto

astarte e saviano

ricordo benissimo l'impressione che mi fece leggere Astarte quando uscì nella primavera del 1988 sulle pagine di ComicArt...rimasi letteralmente sconvolto...era qualcosa di diverso dalle sue ultime produzioni, una storia sul cane di Annibale e che disegni, che testi,...purtroppo fu anche la sua ultima opera, rimasta incompiuta...non so cosa darei per sapere come aveva in mente di terminarla...da qualche tempo girava in rete la notizia della ripubblicazione di Astarte...ieri, sulle pagine de la repubblica online ne parla Roberto Saviano...un piccolo estratto per invogliare la lettura sia della buona 'recensione' di Saviano che delle sole 4 tavole dell'ultimo capolavoro di quel dannato genio del Pazienza...
"Storia di Astarte è un sogno bellissimo, l'ultimo di Andrea Pazienza. Un'opera incompiuta. È un sogno classico, di quelli che quando ti svegli ti senti al centro dell'universo, come se avessi fatto parte della storia e il tuo fosse stato un ruolo attivo. Quando mi sono arrivate le tavole, quando per la prima volta le ho avute tra le mani, confesso di esserne rimasto folgorato. I disegni sono meravigliosi, precisi anche quando appena tratteggiati. E il testo è epica. Andrea Pazienza riesce, attraverso un cane, a costruire una atmosfera di combattimento e scontro, dove ogni parte del conflitto diviene chiaramente una scelta tra bene e male. Tutto attraverso un cane"

venerdì, marzo 05, 2010

il tormentone perfetto

l'altro giorno stavo leggendo, su qualche blog di cui non ricordo il nome, a proposito di Sufjan Stevens, della sua volontà di dedicare un disco a ogni stato americano e della sua ricerca del singolo perfetto...beh lasciando stare la storia del disco-stato direi proprio che con Chicago ci sia riuscito a trovare il singolo perfetto...ma non voglio parlare del genietto Stevens bensì di un altro singolo perfetto e di un altro genietto che questo blog ha già ospitato alcuni suoi lavori recenti (ascoltando Oar mi è venuta voglia di risentire i suoi primi lavori), mi riferisco a Beck Hansen...il prode Beck nel suo primo album uscito per una major, Mellow Gold del 1994, ha sfornato il perfetto tormentone, quel pezzo che contiene tutto per essere il singolo perfetto e per diventare anche una nuova base di partenza: Loser...un blues con slide guitar campionata, rap trascinato con testo folle e quel ritornello che ti entra in testa e non ti molla più...I'm a Loser baby, so why don't you kill me?...il pregio di Loser è quello di unire tagliando, campionando, staccando, ricomponendo tutto quello che si era sentito prima e sfornare un nuovo genere, nuove sonorità...Beck credo abbia studiato alla scuola di Zappa e ne è uscito con ottimi voti... due anni dopo l'uscita di Mellow Gold fece uscire un altro disco degno di nota, Odealay, ma oggi mi va di continuare a cantare quel cazzo di ritornello perfetto...I'm a Loser baby, so why don't you kill me?...buon ascolto

martedì, marzo 02, 2010

rock the casbah

ehm ehm...è con grande emozione e con vero piacere presentare un contribuito di quella che spero sia solo l'inizio di una nuova collaborazione con osirisicaosirosica...ci tengo particolarmente e uno dei motivi principali è che rappresenta l'altra metà del cielo...ci voleva in questo blog...signore e signori, blogger e semplici curiosi, scaricatori folli e lettori fugaci ecco a voi il primo post di Lilit...buona lettura e, come sempre, buon ascolto...Non c’entrano i Clash e io non sono un’esperta di musica, ma mi piace viaggiare. Così è capitato che qualche giorno fa, uno dei tanti non particolarmente emozionanti di questa mia vita forzatamente stanziale, un amico mi ha fatto un regalo: Pomegranates. Mi piace viaggiare e la cosa buffa è che adoro il melograno, che mi ha sempre accompagnata nelle mie incursioni mediorientali (una volta mi ha proprio salvata…), simbolo per molte culture di ricchezza e fertilità, emblema della gioia di vivere, originario proprio della Persia/Iran. Questo fruttoraccolta è composto da succosi branirubino offerti dai principali attori della scena musicale iraniana degli anni ‘60 e ‘70. Sorprende il contrasto di questa musica con l’idea di Iran che ci portiamo dentro: un puzzle sconnesso di volti di ayatollah, uomini barbuti e un po' di quelle cose nere sotto le quali pare si celino le donne, così dicono. Ascoltando questo disco ci si sente un po’ lì, in una festa a Teheran, in un’altra Teheran (a proposito: avete sfogliato Leggere Lolita a Teheran?) circondati da giovani uomini ‘capelloni’ dotati di baffi-e-basette full-optional, che zompettano intorno a ragazze con chiome cotonate e succinti vestitini alla moda. A me la lingua farsi è sempre sembrata molto dolce, specie se accompagnata dalla magia di ritmi e sonorità tradizionali fusi con le contaminazioni ‘occidentali’ che tanto piacevano a Mohammad Reza Pahlavi (l’ultimo Scià, ripassatevi Persepolis). Niente barbe, niente velochador. Questi elementi fanno parte del presente. Tenetelo a mente. Tra l’altro “forse non tutti sanno che” nel 1936 l’uso del velo è stato vietato per legge, in Iran. Fino al 1979.
Mi piace viaggiare e pensando ad una prossima meta (la devo per forza sognare ad occhi aperti per sopravvivere a questo inverno milanese) mi viene in mente proprio l’Iran. Dev'essere un paese meraviglioso. I Clash non c’entrano, nemmeno Rachid Taha, ma dal ’79 il regime islamico, instauratosi dopo la rivoluzione, ha proibito questa musica e demonizzato più in generale qualsiasi influenza riconducibile all’Occidente. Molti degli artisti-gemme di Pomegranates hanno dovuto lasciare il Paese ed oggi vivono e si esibiscono all’estero, mentre in patria la loro musica continua a circolare clandestinamente. Clandestinamente e quotidianamente giovani e non più giovani iraniani ascoltano le canzoni di Mohammad Nouri o di Kourosh Yaghmai. I Clash non c’entrano ma non ci posso fare niente: ascoltando questi pezzi mi sovviene l’immagine Khomeini-versione-poster-gigante che ondeggia e sobbalza seguendo la voce di Googoosh. Rock the Casbah! E qui mi fermo perché mi sto facendo prendere la mano e sono al limite della fatwa
Insomma, ve l’ho detto subito: non sono un’esperta di musica ma mi piace viaggiare.
Un viaggio sulle note di Pomegranates non è niente male.
Buon ascolto, Lilit
p.s.: per milanardi e confinati/confinanti: Galleria Project B - è in corso In & Out, una mostra collettiva di giovani artisti iraniani. Non l'ho ancora vista, potrebbe essere interessante.