lunedì, novembre 30, 2009

odio le classifiche


Io odio le classifiche. Ho sempre trovato riduttiva l’abitudine di dover per forza fare classifiche delle arti popolari, cinema e musica, è assurdo, l’arte è un vincolo di emozioni, e come tale varia a secondo degli umori, oltretutto, in quanto arte , è eclettica e variegata . Come si fa a dire queste dieci canzoni sono meglio di quest’altre, oppure questi sono i migliori dieci film della storia del cinema? Non so sarebbe come dire che Michelangelo è meglio di Van Gogh, o che Rubens è migliore di Picasso, evidentemente è una stronzata.
Io odio le classifiche e sicuramente in questo fine anno ne sarò subissato, essendo poi trascorsi i primi dieci anni del nuovo millennio: I vari giornali musicali si sbizzarriranno in mille modi, ma nonostante questo mio odio, come un idiota, mi sono messo a pensare a questi ultimi dieci anni di musica, ed ai vari dischi che sono stati pubblicati, e così di getto me ne sono venuti in mente una decina, non sono sicuramente i più significativi o i più belli, non sono nemmeno, a parte alcuni, i miei preferiti...probabilmente ho pensato a questi per la loro particolarità, alcuni di questi dischi non sono stati nemmeno ben accolti dai vari critici, ma d’altra parte, tornando all’arte alta, non mi sembra che Van Gogh se la passasse troppo bene.
Feels degli Animal Collective, quando è uscito, per l’appunto, lasciò perplessi molti dei loro estimatori. Abbandonati gli estremismi musicali dei primi dischi, danno un respiro più pop alla loro musica, a mio parere, senza perdere l’intensità dei precedenti lavori. Stesso discorso per Insignificance di Jim O’Rourke, guru del post-rock, dove in questo disco ci dà una dimostrazione delle sue capacità di compositore di canzoni più o meno “pop”, mantenendo la sua genialità. Per me un grande disco, e chi ve lo dice non è un fan degli Oesis o Blur ma uno al quale nella sua discoteca non può mancare Free Jazz di Ornette Coleman, anche se devo aggiungere che O’Rourke aveva già pubblicato un disco simile, forse migliore, Eureka, ma è del decennio precedente.
I texani Indian Jewelry nel 2008 producono il loro lavoro più intenso, Free Gold, nel quale la miscela di noise psichedelia shoegaze trovano la giusta dimensione, nell’insieme non un disco originalissimo ma con degli episodi veramente notevoli.
Uno dei dischi più osannati del decennio è The Lemon Pink dei newyorkesi Books e devo dire che il suo folk minimalista, a tratti rumorista ed elettronico, mi aveva affascinato oltremodo, anche se a ben vedere non ho mai avuto un impellente desiderio di mettermi ad ascoltare il disco a sette anni di distanza... Al contrario, se non siete troppo depressi, potreste ascoltare, Entanglements, dei Parenthetical Girls, dove la commistione tra elettronica e strumenti propriamente classici, viole violini ecc., danno vita ad una musica senza tempo che sembra provenire direttamente dai primi decenni del ventesimo secolo.
Un disco decisamente ignorato, è stato Spare Time Machine del finlandese Pepe Deluxe, un disco veramente divertente, dove tra hard rock e psichedelica si viene trasportati negli anni sessanta/settanta, da un entusiasmo quasi adolescenziale. Altrettanto divertente è Super System di El Guapo, qui invece siamo in piena new wave, ascoltando questo disco non si può non pensare a Pere Ubu e affini, il tutto attualizzato al nuovo millennio.
Se non si abbandona l’ascolto di France Mute dei Mars Volta, dopo le prime due canzoni - un prog-metal sempliciotto e che fa abbastanza cagare - si arriva ad ascoltare L' Via L'Viaquez e qui si apre un nuovo mondo, Zavola comincia a cantare in spagnolo, e la musica diventa un improbabile mariachi-metal, di piacevole ascolto. Il disco continua con la suite, in otto parti, Miranda That Ghost Just Isn't Holy Anymore, che dura un po’ di piu di cinquanta minuti, dove a parti altamente valide si alternano cose che non hanno nulla da invidiare alle due prime canzoni, insomma armati di buona volontà è un disco che si può ascoltare anche con piacere senza troppo impegno.
Per finire un disco veramente coraggioso, Ladybird dei Shit and Shine, un disco composto da un'unica ipnotica canzone, di 44 minuti, dove un incessante e ripetitivo ritmo, nel quale le variazioni sono impercettibili, viene intramezzato dalle improvvisazioni di riff chitarristici da incursioni di tastiera e da una voce minacciosa, un noise a mezzo tra i Velvet Underground e i Neu, che se avete un’ora di tempo e non siete troppo incazzati con il mondo vi consiglio vivamente di ascoltare.
Ciao e buon ascolto dallo Zio Fonta.


venerdì, novembre 27, 2009

tesori scomparsi e poi ritrovati


Sono forse quello meno adatto a parlare di libri ma non posso far passare sotto silenzio queste due gemme.
Cosa accomuna il libro Una banda di idoti di John Kennedy Toole e il cd Microminiature of Love di Michael Yonkers? Sono due storie degli anni sessanta quando negli Stati Uniti, come in quasi tutto il mondo, non si finiva di creare. La pubblicazione del libro la si deve alla perseveranza e alla tenacia della madre di J.K. Toole che dopo la morte per suicidio del figlio tampinó tutti gli editori possibili finché ne trovó uno disposto a pubblicare la storia di questo assurdo, bugiardo, casinista ma assolutamente esilarante personaggio di nome Ignatius in una New Orleans piena di personaggi altrettanto comici e disperati come il negro Jones o la ballerina Darlene e il suo volatile.
Il disco Microminiature of Love non so chi lo ha scoperto, si sa solo che nel 1968 fu registrato in un garage del Minnesota da tre volenterosi ragazzi nel giro di un'ora...buona la prima! Poi non se ne fece piú niente ed i nastri sparirono in chissá quale altro garage finché qualche anima buona lo ha fatto pervenire alla sempre buona scopritrice di talenti SubPop (cito gli scritti della mia "Bibbia" musicale): è come ascoltare Syd Barrett, Jimi Hendrix e Edgard Allan Poe tutti nella stessa persona.
Der Graf von Mailand
P.S.: Cherotto mi ha fatto leggere questa recensione su M.Y.B. e vale proprio la pena citarla, complimenti Sharunas, bella storia. Un grazie allo zio Fonta per avermi fatto leggere il libro.

giovedì, novembre 26, 2009

time may change me, but I can't trace time / 2

Prosegue il mono_tema dello zio Fonta dedicato a Bowie, buona lettura e buon ascolto...

Nel 1971 esce quello che da tutti viene definito il suo primo capolavoro e da questo momento Bowie abbandona ogni remora e incertezza affondando la sua arte totalmente nel glam rock, portato in auge al grande pubblico da un po' troppo  presto dimenticato Marc Bolan.
Si abbandona definitivamente l'epoca dei fricchettoni impegnati per una visione della vita più scanzonata e intrisa di ambiguità sessuale ed ideologica, ma il disco Hunky Dory è molto di più di una raccolta di canzoni disimpegnate, è un manifesto che omaggia, a volte anche in maniera ironica, l'imminenza della cultura americana nell'occidente, da Walt Disney ad Andy Warhol da Frank Zappa a Bob Dylan ed anche la musica varia, da pop orecchiabile come è la canzone d'apertura Change e la successiva oh You Pretty Thing, alla classica ballata cosmica boweiana Life On Mars e anche in minima parte Quicksand, oppure la folk rock Song For Bob Dylan. In Queen Bitch si riconosce la musica dei Velvet Underground e altri brani si possono quasi definire di minimalismo essenziale come Feel Your Heart, Andy Warhol e Kooks che ha quasi un incedere cabarettistico. Hunky Dory si chiude con la ballata acustica The Bewlay Brothers che il canto sofferente rende questa quasi un brano pre-dark. Il disco è sicuramente impreziosito da una produzione geniale e da musicisti eccezionali che riescono a rendere omogeneo tutto l'insieme delle musiche variando da brani orchestrali fino a ballate monostrumentistiche, dando all'opera un buon consenso di critica anche se non raggiunse appieno il grande pubblico.
Per quello bisognava aspettare l'anno successivo.


Quando "Ziggy" arrivò nei negozi, già dalla copertina, un fumetto che ritrae l'alieno Ziggy in un oscuro ambiente metropolitano, si capiva che Bowie era arrivato addirittura alla parodia di se stesso. Pur di arrivare oltre smitizzava se stesso e nell’estremizzare il travestimento si impersonificava in divo, nel divo, dove non piu l'arte ma l'artista era il fulcro di tutto. Nonostante questo The Rise And The Fall Of Ziggy Stardust And The Spider Of Mars è il capolavoro non solo di Bowie ma di tutto il pop degli anni '70. Con gli stessi musicisti che lo avevano accompagnato nel precedente album, dà vita a questo concept album sull'alienazione, nel quale la musica raggiunge una compattezza ed omogeneità che non ha precedenti ma forse nemmeno eredi.

Five Years, il brano che apre l’album, inizia con una melodica litania profetica che cresce di intensità fino a diventare delle urla disperate per poi sfumare nella successiva languida Soul Love e di seguito si torna nel cosmo con Moonage Daydream, un rock con Ronson che dà libero sfogo ai suoi riff chitarristici. Starman è una ballata intergalattica di rara bellezza (c’è per caso qualcuno che non la conosce?). It ain't Easy è una cover e può essere ascoltata come un brano space-folk. Con Lady Stardust si torna nella melodia pura e nel glam. In Star siamo nel rock'n'roll più classico dove prevale la ritmica della batteria. Hang to Yourself e Suffragette City sono due brani proto-punk (dal primo i Sex Pistols diranno di essersi ispirati per God Save The Queen). 2Ziggy Stardust" nella sua maestosità è l'autocelebrazione di Ziggy, cedutosi consapevolmente al decadimento del successo. Il tutto non può che finire con Rock'n'Roll Suicide dove in un canto drammatico si celebra l’inevitabile tragica morte della star tra il poetico fumo di mille sigarette, ma non la morte di Bowie, lui non è reale, lui non è niente, lui è tutto, lui è lo show.


Il successo cosmico rende Bowie una personalità anche al di fuori dell'ambito musicale, e le sue trasgressioni filtrate dalla maschera di irrealtà con il quale si immedesima, ne fanno sì un personaggio ambiguo ma allo stesso tempo accettato dalla sua impersonalità, ed al contrario di altre icone del passato, vedi Jim Morrison, che invece dall'essere trasgressivi erano stati portati ad un drammatico e tragico isolamento, Bowie nella sua maschera di clown perverso riesce a rendere popolare l'impopolare e nella consapevolezza collettiva da quel momento la trasgressione sarà vista solo come una bizzarra eccentricità e di questo ne pagherà le conseguenze soprattutto il punk che in breve tempo da movimento di protesta estremo si trasformò in una moda,eccentrica quanto vuoi ma indubbiamente popolare.

Travolto dal successo, Bowie si sente onnipotente e forse lo è veramente…comunque fa da pigmalione per i Mott the Hopple scrivendogli addirittura un pezzo All The Young Dudes che diventerà l'inno del glam rock ma sopratutto resuscita uno dei suoi eroi, Lou Reed, che dopo l'abbandono dei Velvet Undergroud era sprofondato nell'anonimato, producendo alla fine del 1972 il disco della rinascita quel Trasformer dove canzoni come Vicious, Walk and The Wild Side, Perfect Day, Satellite Of Love filtrate dalla sapiente produzione di Bowie, ne fanno uno degli album più imperdibili del decennio.

Alladin Sane, che esce nel 1973, ha un unico difetto: quello di essere successivo a Ziggy Stardust. Riproponendo gli stessi dettami musicali, ma non riuscendo a riproporre la stessa omogeneità, non può che passare in secondo piano nei confronti del precedente. Sicuramente è un album più rock' n' roll, su tutto prevale la title track che ha quasi dei richiami jazz , What That Man e Cracked Actor hanno sicuramente una ispirazione autoparodistica, Drive In Saturday e Panic In Detroit già come si intuisce dal titolo della seconda sono delle pessimistiche previsioni futuristiche. Time è una ballata piu intimista e meno glam del solito, probabilmente è di quello che parla il tempo della canzone, della fine dell’epoca glam, ma è ancora presto, anche se non di molto. Con la successiva The Pretties Star però si ritorna al glam più classico e dopo una cover dei Rolling Stones possiamo sentire il bellissimo blues rock, nel quale da molto tempo non si cimentava, di The Jean Genie. Il disco si chiude con la delicata Lady Grinning Soul, una ballata di una struggente tragicità. Nello stesso anno Bowie registra anche Pin Up un disco di cover di brani di successo degli anni 60, Pink Floyd, Them, Who, Pretty Thing ecc.. riproponendoli in chiave glam.

Fine seconda parte - Leggi la prima parte

mercoledì, novembre 25, 2009

the devil & capitan america



Ormai si ha le tasche e gli hard disk pieni di tributi dedicati a musicisti di ogni genere, manca forse solo Orietta Berti e pochi altri ad essere stati coverizzati, ma l'omaggio che volevo proporre vale la pena di essere ascoltato e forse, come ho fatto io, di comprarlo. Daniel Johnston é un artista che ha pagato e sta ancora pagando la sua sensibilitá d'artista duro e puro, ne descrive bene le sue gesta ondarock.
Cominciamo dalla copertina...si vede in una foto in bianco e nero lui davanti alla sua tomba con un mazzo di fiori in mano e la confezione si apre in quattro dove si possono ammirare quattro suoi disegni di un fanciullesco pazzesco fra cui l'amatissimo Capitan America. Nel primo cd gli rendono omaggio la creme del mondo indie-alternative (mai capito che cazzo vogliano dire queste due etichette) tra gli altri T.V. on the radio, Bright Eyes, Flaming Lips con Sparklehorse, Vic Chesnutt e molti altri, ma il pezzo che secondo me vale tutto il disco é la cover di Beck che canta "true love will find you in the end".Un blues solo voce e chitarra dalla forza immane. Nel secondo supporto c'é la stessa scaletta ma in versione originale cioé un best of del nostro eroe e ci si accorge del talento di questo uomo-bambino.
Nell'urgenza di scrivere di Daniel Johnston mi sono dimenticato il titolo di questo bel lavoro: The Late Great Daniel Johnston: Discovered Covered. Buona scoperta.
Der Graf Von Mailand

piazze e strade PaZzesche


Torno a parlare del Paz segnalando la nuova toponomastica di Roma...da qualche giorno, esattamente dal 20 novembre, è stata inaugurata una Piazza al nostro Paz...precisamente nel Comprensorio Torrino Mezzocamino c'è una piazza rotatoria interrata con le pareti rivestite con "immagini degli eroi più amati del Fumetto Italiano"...ho virgolettato l'ultima frase perché l'ho presa da qui dove si possono ammirare anche altre foto...vista dal satellite la zona sembra Bagdad dopo i bombardamenti...non so, non conosco quella zona di Roma che pare stia a sud dell'eur, se per caso qualcuno ne sa più è il benvenuto nella zona dei commenti...altra segnalazione, anche se un po' datata, riguarda l'intitolazione sempre al Paz del lungomare di San Menaio, località scenario di scorribande giovanili PaZzesche...la piazza e il liungomare si vanno così ad aggiungere ad una piazzetta nel centro storico di San Benedetto, a una scuola elementare e a una piazzetta nel centro storico nel suo luogo natale, San Severo, una scuola materna a Vittorio Veneto (segnalo il sito dove annunciano l'inaugurazione e spacciano il Paz per toscano...vabeh, non si può avere tutto...), un istituto d'arte a San Nicandro Garganico, una sala espositiva della Casa delle Culture a Cosenza, una via del quartiere Ponticelli a Napoli e una biblioteca dedicata al fumetto con annesso archivio alle sue opere a Cremona (fonte: Wikipedia)...non dimetichiamoci anche del busto di Zanardi eretto nei giardini pubblici di Fusignano...a quando un museo permanente con gli originali dei suoi lavori? Magari in una città tipo Milano o Roma? Per chi bazzicasse facebook invito a iscriversi alla fan page del Paz, gestita con la supervisione della famiglia e della vedova...buon Paz a tutti...

martedì, novembre 24, 2009

time may change me, but I can't trace time / 1

Mettetevi comodi, è in arrivo la prima parte del nuovo 'mono_tema" dello Zio Fonta questa volta dedicato al Duca Bianco...

David Robert Jones in arte David Bowie, è stato senza ombra di dubbio una delle figure più controverse della storia del rock, sempre in bilico tra genialità e ironica superficialità, che ne hanno fatto un facile bersaglio per molti critici di alto profilo morale. Raccogliendo negli anni settanta l'eredita dei Beatles, ha trasformato culture artistiche "underground" in pop art nel senso più tangibile della definizione, per l'appunto arte per le masse. A causa di questo i sopracitati critici puristi non l'hanno mai perdonato, oltretutto a differenza dei Beatles, Bowie diede molta importanza all'aspetto estetico del suo lavoro, dove un forte impatto visivo, travestimento recitazione e danza, trasformavano i suoi live in spettacoli post-decadenti nel quale la musica era solo un tassello, certamente prevalente, ma non era tutto, rendendo ancora più scettici, gli onnipresenti critici, sulla sincerità della sua musica (per un approfondimento sulla sincerità della musica posso consigliarvi la lettura di Musica Di Plastica - La Ricerca dell'Autenticità nella Musica Pop) a questo si aggiunga anche un costante trasformismo della sua musica che và dal glam rock al proto-punk, synth-pop, dark gothic addirittura al soul, che ne hanno fatto un percussore della new-wave e delle sue contaminazioni musicali. A dispetto di tutto questo scetticismo, ormai a trent'anni di distanza, più nessuno ha il coraggio di negare la grandezza dell'opera musicale di Bowie negli anni '70, che per la sua qualità non penso che abbia uguali nella storia del pop.


David Jones comincia la sua carriera musicale alla metà degli anni sessanta, in quella Londra che nello stesso periodo vede la nascita di gruppi tipo Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, Animals, Yardbirds ecc. ecc. nel quale il nostro cerca di emergere ma le prime esperienze non sono certo rilevanti…il primo singolo lo incide nel 1964 come cantante dei King Bees, Liza Jane, un classico rock blues tipico del periodo, che sicuramente non colpisce per la sua originalità. Subito dopo abbandona il gruppo e si aggrega ai Mannish Boys, col quale incide il singolo I Pity The Fool ma che nonostante la promozione televisiva non raggiunge il successo sperato. La musica è un classico blues rock, l'unica cosa rilevante del disco è che la chitarra solista è suonata da un certo Jimmy Page. Nel 1965 prima di prendere definitivamente, consigliato dal produttore, il nome David Bowie, incide ancora un 45 giri come David Jones and the Lower Third. A causa di dissidi per la promozione del disco Bowie abbandona presto i Lower e nel 1966 pubblica il suo primo singolo a nome David Bowie, Do Anything You Say e di seguito I Dig Everything, che pur non essendo dei capolavori, sono sicuramente più originali delle precedenti incisioni. Nel 1967 esce il suo primo Lp a nome David Bowie, dove sono sì alcune cose interessanti ma prevale un’incertezza di intenti che lo rendono un lavoro quasi cantautorale, simile a quello di molti folk singer convertitesi al rock tipo Donovan o Al Stewart. Dello stesso periodo sono sicuramente più riusciti i due singoli The London Boys ma soprattutto The Laughing Gnome che per vie delle trovate bizzarre negli arrangiamenti è sicuramente la cosa migliore prodotta da Bowie fino a quel momento.


Niente fa pensare che circa un anno dopo, nel 1969, questo anonimo musicista, possa pubblicare un singolo che gli darà la tanto agognata fama mondiale (ne verrà fatta anche una penosa versione italiana con testi di Mogol dal titolo Ragazzo solo ragazza sola). Il 45 giri Space Oddity è la canzone perfetta come colonna sonora del periodo: è una ballata sinfonico psichedelica che parla di viaggi spaziali e la sua pubblicazione è quasi contemporanea allo sbarco sulla luna. Il countdown con il quale inizia la canzone sembra arrivare direttamente da Cape Canaveral e la bella struggente canzone non ci farà mai più dimenticare le avventure del Major Tom protagonista della storia. Bowie nello spazio ha comunque trovato la direzione verso quale indirizzare la sua musica, ed infatti la sua produzione successiva sarà intrisa di storie fantascientifiche. L'album che segue la pubblicazione del singolo, Man of words/Man Of Music successivamente reintitolato Space Oddity (chissà come mai??!!??), spinto dal successo del singolo ha un ottima risposta dal pubblico, e nonostante non sia un capolavoro contiene alcune canzoni interessanti come Letter To Hermione che è una canzone d'amore, una delle poche nell'intera carriera di Bowie, Wild Eyed Boy From Freecloud un’interessante ballata folk e l'interminabile Cygnet Committee che è un canto di "de profundis" all'epoca hippie. Se a queste si aggiunge il pezzo rock  Unwashed And Somewhat Slightly Daze", le ballate Janine, God Knows I'm Good e infine la gustosa marcia psichedelica Memory Of A Free Festival, che chiude il disco, nel complesso possiamo definirlo un buon album.


Ed è a cavallo del decennio che Bowie compie la sua prima trasformazione dove, grazie alla collaborazione con il mimo ballerino Lindsay Kemp, da semplice cantautore si trasforma ad icona del glam piu esibizionista, travestito di colori sgargianti e sormontato da una folta chioma bionda. Si esibisce accompagnato da un potente gruppo al limite dell’hard-rock, ed è appunto in collaborazione con questi musicisti che incide il disco successivo, verso la fine del 1970, The Man Who Sold The World, ed è un disco che dà una decisa svolta alla musica di. Ingiustamente sottovalutato, la musica è un hard-rock r&b psichedelico, che fa da spartiacque tra gli anni '60 e gli anni '70, creando ex novo l'estetica musicale del decennio. Il disco si apre con l'incalzante rock di The Widht Of A Circle e si chiude con l'esaltante parodia del Superman di Nietzsche. In mezzo troviamo una serie di canzoni più o meno esaltanti che raggiungono l'apice con la title track (riportata al successo negli anni novanta dai Nirvana...ancora loro!!!!!!) e con She Shoock Me Cold che è un evidente omaggio al hard-rock dei Led Zeppelin. Curiosità: la copertina che ritraeva Bowie in abiti femminili fu censurata negli Stati Uniti.

fine prima parte  leggi la seconda parte  leggi la terza parte

lunedì, novembre 23, 2009

dritta musica per storti amori


Era stato un inizio di serata storta come storta era tutta quella storia d'amore e per raddrizzare il resto della sera decidemmo di andare a berci una birra al Leonka quando era ancora in via leoncavallo. Ce la prendemmo al baretto ma l'inquietudine di quella assurda storia non ci faceva stare bene in nessun luogo cosí andammo a vedere chi suonava. É inutile dire che di quei quattro ragazzi sul palco non ricordo quasi niente, troppo scazzo. Mi colpì però quella "erre" moscia e le parole tra una canzone e un'altra: "ci chiamiamo Yo-Yo Mundi e veniamo da molto lontano". Tempo dopo un amico mi prestó il cd La diserzione degli animali del circo e non capivo perché ogni volta dopo averlo sentito mi sentivo bene...dopo ho capito. Questo disco mi mette serenità. Si è la giusta sensazione...serenità.
Mannaggia! Se lo avessi saputo quella sera avrei prestato più attenzione alle nobili parole di Paolo Enrico Archetti Maestri e alla musica degli Yo-Yo Mundi. Quella storia storta sarebbe rimasta tale ma chissá, la serata avrebbe preso la giusta direzione.
Der Graf von Mailand

venerdì, novembre 20, 2009

"...bowling, un giro in macchina, un trip d'acido quando capita..."


La colonna sonora che propongo oggi fa da sfondo a uno dei film più geniali dei fratelli Coen, The Big Lebowski"(il mio preferito è Fargo), che è interpretato magistralmente da Jeff Bridges e John Goodman senza dimetincare però le parti minori ma di grandissima valenza scenica come Steve Buscemi e John "Jesus" Turturro...tornando alla colonna sonora si tratta di una compilation ben assortita che si amalgama molto bene con le immagini del film e che si può apprezzare anche da sola, le canzoni sono molto piacevoli...da Bob Dylan a Captain Beefheart passando per Elvis Costello, Nina Simone e una particolarissima cover di Hotel California dei Gispy King (!)... chiude il tutto Townes VanZandt con Dead Flowers... e ora, come sempre, non mi resta che augurarvi buon ascolto...

mercoledì, novembre 18, 2009

45


...eh già, sono arrivati, eccoli qui, i miei primi 45 anni...allora faccio un regalo al blog, un disco, anzi, IL disco del 1964...buon ascolto a tutti

martedì, novembre 17, 2009

skip


per chi vuole approfondire il discorso introdotto nel post di ieri su Alexander Spence detto Skip ecco un link interessante e l'album Oar da ascoltare...si può così capire perché Beck ha deciso di rifare questo disco...la sua musica ha preso molto da questo signore...buon ascolto

lunedì, novembre 16, 2009

no comment


i commenti (?) li lascio a voi...

le canzoni di leonard


giusto per dare un seguito ad un post e anche per soddisfare una richiesta del "Graf Con Mailand" ecco il secondo record club di Beck, questa volta con le canzoni di Leonard Cohen e registrato sempre in compagnia di alcuni amici...il buon Beck non si ferma qui e insieme ad altri (Wilco, Fesit e Jamie Lidell) sta preparando il nuovo progetto con canzioni di Skip Spence, artista che ho scoperto qualche mese fa per puro caso...buon ascolto e buon inizio di settimana

venerdì, novembre 13, 2009

Il socialismo non è nato per innalzare muri. Socialismo significa tendere la mano agli altri e insieme ad essi convivere pacificamente. Non è il sogno di un visionario ma un preciso progetto politico.


La frase che dà il titolo al post la recita un finto cosmonauta alla fine del film "Good bye Lenin!"...peccato che non sia stato così...peccato...lo spunto di questo film, oltre alle varie celebrazione dei giorni scorsi, me lo ha dato un 'cannibale'...se passate dalle sue parti potete anche trovare un collegamento per vedere il film, io, come sempre, vi faccio ascoltare la colonna sonora composta da Yann Tiersen...alla prossima, compagni...

giovedì, novembre 12, 2009

Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava / all'orizzonte del cielo di Praga... (F. Guccini)


In questi giorni abbiamo assistito alle celebrazioni per la caduta del muro di Berlino e ascoltando i discorsi dei vari politici non ho potuto fare a meno di avere alcune perplessità, soprattutto quando si poneva l'accento sul fatto che questo avvenimento era la fine del sogno comunista, dimenticando che quel muro per la sinistra occidentale era da più di venti anni che aveva cominciato a sgretolarsi e precisamente dal 20 agosto 1968 quando i carri armati sovietici posero fine alla "Primavera di Praga", il tentativo di alcuni riformatori comunisti di dare un ordinamento piu liberale al paralizzante regime politico sovietico. La reazione controrivoluzionaria dei russi che occuparono il paese mostrò chiaramente che la dittatura del popolo, teorizzata da Lenin, non era altro che una dittatura di un regime fortemente autoritario. In Europa occidentale la consapevolezza di questo portò alla nascita di quello che venne chiamato eurocomunismo, ma che di comunista aveva solo il nome,  visto che gli intenti di questi partiti divennero chiaramente di tipo socialdemocratici e che solo l'ipocrisia fece si che il nome comunista scomparve solo con la caduta del regime sovietico. I  gruppi della sinistra più estrema e idealizzata, consapevoli della perdita di consensi, risposero con il terrorismo ma già nei primi anni settanta fu chiaro che non sarebbero mai potuti emergere dal loro isolamento ideologico e che la loro sconfitta, più che dalla guerra con lo stato, fu provocata dal mancato consenso delle masse popolari del quale volevano porsi a paladini.
Essendo nato alla metà degli anni sessanta ho certamente avuto una visione parziale di questi fatti, ma negli anni ottanta visitai diverse volte Berlino, l'ultima volta giusto qualche mese prima della caduta del muro, e per me giovane uomo di sinistra questi viaggi furono una lezione ed un esperienza politica che nessun libro avrebbe potuto impartirmi. Il contrasto tra una Berlino ovest, governata per anni da socialdemocratici liberali, ed una Germania dell'est, paralizzata economicamente e politicamente dal giogo sovietico, non potevano che essere più rivelatori, il disfacimento del sistema sovietico era più che evidente,accenttuatasi negli ultimi tempi da un ulteriore isolamento,dovuto alla nuova corsa agli armamenti ad all'invasione del Afghanistan, ed ad una nuova politica occidentale che dopo anni di trattative per un avvicinamento agli stati del patto di Varsavia ora, spinta dalla politica estrema del nuovo presidente americano, Ronald Reagan, accentuava il distacco delle due parti dell'Europa. Anche la stessa Germania Federale dopo anni di politica di buon vicinato, intrattenuta da più di dieci anni da governi social liberali, prima con Willy Brandt poi con Helmut Schmidt, ora, nei primi anni ottanta,a ffidando il governo al cristiano democratico Helmut Kohl, poneva la cesura al sogno di una Germania unita.
Sicuramente i padroni della terra sapevano già, nonostante ci continuassero a parlare del pericolo comunista, che il disastro economico da li a poco avrebbe sgretolato il sistema sovietico ma per il momento gli conveniva tenerlo in piedi e nonostante il papa polacco, l'indifferenza dei governi occidentali alla repressione di Solidarnonosc è chiarificatrice, lo status quo della situazione politica mondiale era una manna per l'economia, perciò la caduta del muro deve essere quasi stata più tragica per loro che per i nostalgici "comunisti".
Lo zio Fonta

mercoledì, novembre 11, 2009

voglio il ciuffo di De Andrè, voglio essere Gainsbourg


All'inizio di questo nuovo millennio si affacció sulla scena musicale italiana un gruppo con un nome tedesco"Baustelle" (trad.: cantiere) e il loro esordio su disco non lo cagó nessuno tanto che col tempo é diventato un pezzo Kult (lo so, parola abusata di questi tempi). Peccato perché "Sussidiario illustrato della giovinezza" avrebbe meritato piú attenzione. Dalla prima canzone, "L'estate dell'ottantatre" che racconta di colonie estive e primi pruriti erotici fino all'ultimo brano"Il musichere 999"che é Gainsbourg in italano riletto ai giorni nostri, i nostri ci cantano tutta la disperazione, il tormento ma anche la gioia di vivere dell'adolescenza.
Otto anni dopo e altri due dischi sará la volta di "Amen" e qui gli ex adolescenti si fanno adulti confezionando un disco quasi perfetto con testi che richiamano i "maledetti" (Baudelaire) e musiche art-pop e orchestrazioni alla Bacharach care al cantante e leader Francesco Bianconi e addirittura un pezzo etnojazz (ethiopia).
Si è da poco realizzato un loro sogno. Fin dal primo disco sulle note di copertina avevano scritto la loro disponibilità a comporre colonne sonore, ebbene il film "Giulia non esce la sera" é musicata dai Bau.
Ciao e alla prossima.
Der Graf von Mailand

lunedì, novembre 09, 2009

sono uno abitudinario (da vent'anni circa..)


In questi giorni si commemora il ventennale della caduta del muro di Berlino...vent'anni fa anche per il sottoscritto fu un anno importante a livello personale, ci fu una svolta determinante nella mia vita...e oltre tutte queste belle cose nel 1989 uscì il primo disco ufficiale degli Elii dopo aver vissuto per un po' di anni con il passa-parola delle cassette C-60 o C-90 registrate ai loro concerti... Elio Samaga Hukupan Kariyana Turu* viene in un certo senso celebrato dagli Elii stessi con un "The Best" dai pezzi riarrangiati e suonati insieme alla Filarmonica Arturo Toscanini, operazione non riuscitissima (dopo vent'anni di livello medio buono si può anche toppare qualche volta...) ma che mi ha rimesso voglia di riascoltare il primo disco che contiene pezzi epici come John Holmes, Cassonetto Differenziato per il Frutto del Peccato, Cateto, Carro...insomma da ascoltare subito!
*per la traduzione del titolo del disco vi rimando all'ottima recensione di Joyello del disco commemorativo

mercoledì, novembre 04, 2009

un regno vale pur una messa (enrico IV)


Laico: che non appartiene al clero; che si ispira a concezioni di autonomia o indifferenza rispetto all'autorità ecclesiastica; frate converso che non ha preso gli ordini
Anticlericale: che si oppone all'influenza del  clero
Miscredente: che non crede nelle verità di fede
Agnostico: noncuranza; deliberata astensione dal prender posizione di fronte a problemi religiosi,  politici, ecc.; atteggiamento filosofico che afferma l'impossibilità di  conoscere Dio pur senza negarne l'esistenza
Ateo: che nega l'esistenza di Dio
Scettico, Scetticismo: corrente filosofica che nega la possibilità di arrivare alla certezza assoluta nella  conoscenza; tendenza a dubitare di tutto; incredulità abituale
Ecco l'ultima, forse, è quella giusta perché, chi molto più saggio di me ha già detto, solo i pazzi e i fanatici non hanno mai dubbi e vivono solo di certezze.
L'altra sera ho visto il film documentario "Religious - V edere per credere" di Bill Maher, conduttore, politicamente scorretto, di talk show. Dopo un'iniziale perplessità dovuta forse al tono un po' canzonatorio del documentario, mi sono reso conto, col proseguire della pellicola, che l'eccesivo sarcasmo era forse il modo piu realistico per affrontare simili personaggi e situazion. Maher non si concentra specificatamente su una religione in particolare ma varia da evangelisti che si credono Gesù ad altri che professano la ricchezze come parola di Cristo a mussulmani che parlando di guerra santa si definiscono pacifisti...addirittura a rabbini che minimizzano l'olocausto e partecipano a conferenze in Iran con il presidente Ahmadinejad, alle follie ideologiche di scientology, ci mostra politici che non credono nell'evoluzionismo e a questo proposito ci mostra un parco a tema, in America, dove per confutare la negazione dell'evoluzionismo si vedono convivere dinosauri e umani nello stesso ambiente. Tra le varie osservazioni Maher mette l'accento sul fatto che le religioni monoteiste moderne hanno tutte un ceppo  comune che va dalla dea kalì alle leggende egiziane ,dell'antico Egitto, naturalmente, e che il fatto che una religione prevali su un'altra sia dovuto solo alla forza e alla violenza con il quale un popolo prevalga su un  altro. Anch'io penso che se l'Europa invece di essere stata colonizzata dai romani cristiani fosse stata prima conquistata dagli scandinavi adesso adoreremmo Odino e Thor e probabilmente sarebbe stato più divertente. In conclusione del film Bill Maher evidenzia come la religione sia ancora il  maggior nemico dell'umanità. Io mi domando è possibile che si sia ancora a questo punto nel 2010?
Il giorno dopo, guarda caso, il telegiornale si apriva con l'indignazione di tutti i politici italiani, a parte poche  eccezioni, verso il tribunale europeo che aveva dato regione ad una cittadina italiana che pretendeva che venisse tolto il crocefisso nella classe scolastica dei suoi figli. Tutti i politici non ne facevano un caso politico ma dicevano che era un attacco alla cultura italiana....cultura italiana!?!? Se  non sbaglio alla fine del risorgimento il papa e tutti i suoi accoliti erano stati confinati dentro al Vaticano ed è stato Benito Mussolini con i patti lateranensi a sdoganarli. Di tutto quello che il fascismo ha provocato per  l'italia ce ne siamo liberati, piu o meno, ma non dell'imminenza religiosa nella politica anzi... le ingerenze religiose sono diventate prevaricanti. Dopo un  impennata "liberalista" alla fine degli anni sessanta e primi anni settanta, vedi legge sull'aborto e sul divorzio, la reazione cattolica è partita alla  carica: un papa chiaramente anti comunista, madonnine che hanno ricominciato a piangere sangue, e addiritura, per influenzare le masse popolari, si è pensato bene di santificare un mistificatore come Padre Pio... in fondo come si dice...in amore e in guerra non ci sono regole; della serie hanno la faccia come il culo, qualche settimana fa, a proposito di un riavvicinamento della chiesa anglicana al vaticano, un teologo affermava che il fatto che i preti anglicani contrassero matrimonio non era un problema...ma va a cagare!!!
Il reazionarismo religioso è evidente in tutto il mondo, sia negli eccessi del  mondo arabo (e qui ci sarebbe da aprire un lungo discorso su come dalle  rivolte indipendentiste degli anni '50 e '60, guidate da forze di sinistra, si sia passati al fondamentalismo islamico, finanziato ed appoggiato in questa conquista del potere dagli stessi che oggi gli chiamano demoni) sia nei fanatismi degli evangelisti, alla specie di guerra santa che ogni giorno inneggiano i nostri politici,infine anche nelle piccole cose emerge questa cultura tardo  medioevale, vengono esaltati calciatori che dedicano la loro vita a Gesù o mediocri presentatori che in tv chiudono le loro trasmissioni ringraziando dio e via di seguito...
Sicuramente il discorso sarebbe molto più lungo, il controllo delle masse tramite la religione,i l bisogno delle medesime di trovare punti di aggregazione e di come queste possano essere influenzate  ecc. ecc. ma ci fermiamo qui e ritornando al film, Bill Maher ice che bisogna combattere tutto questo, che i nostri dubbi non devono essere solo interiori, ma dobbiamo avere il coraggio di urlare le nostre idee anche se ci rendono impopolari, e quando chiediamo perchè non dobbiamo accontentarci di accettare come risposta "Perché si, cosi vuole dio!"
In pace Lo Zio Fonta

martedì, novembre 03, 2009

altri suoni...

riprendo il discorso delle produzioni italiane che più hanno scosso il movimento musicale nel nostro paese negli anni 90 proponendo due band che ho ascoltato molto in quei tempi e che si discostano dalle sonorità degli altri lavori che ho postato finora...non solo chitarre e rock ma anche suoni più mediterranei, più misti, più...da patchanka...


In pratica i Loschi Dezi hanno realizzato solo un disco, Cabala, visto che Paura e Maraviglia era in realtà una ripresa del primo con alcuni brani dal vivo e qualche inedito...arrivavano da Torino e due di loro, Luca Morino e Fabio Barovero, hanno poi fondato i Mau Mau continuando il discorso di sonorità musicali intraprese in Cabala...mixato da Max Casacci (ora Subsonica) e Mada (Africa Unite) contiente anche la partecipazione ai cori di una allora sconosciuta Luciana Littizzetto...ascoltatelo



Direttamente dalla città di M. ecco a voi i Casino Royale con Jungle Jubilee, il secondo album dal suono ska/rocksteady...più efficace rispetto al primo e ruvido "Soul of ska" Alioscia Bisceglie e compagni realizzano il disco a Londra e ci regalano anche una cover ben fatta del buon Carosone...posso anche azzardarmi a dire che in un certo senso hanno proseguito, italianalmente parlando, il discorso aperto qualche anno prima dai Clash con Sandinista...poi i nostri hanno proseguito con suoni più dub o come Giuliano Palma che ha proseguito il discorso ska/rocksteady mischiandolo alle produzioni della Zanicchi...ascoltatelo

lunedì, novembre 02, 2009

alda


La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.
da "Terra d'amore"

domenica, novembre 01, 2009

nostalgie d'autunno

Non so nella cittá di M. ma qui nel profondo nord é ormai autunno pieno. Quest'anno é strano ma l'arrivo dei primi freddi non mi fa paura. Si sta bene anche in casa seduti su un comodo divano magari sotto a una calda coperta sorseggiando del buon vino o bevendo un Rooibos té vanigliato e conversando la sera con gli amici.E la musica? Eccovi un paio di dritte.
laura, paris e mio cane bianco
Forse é stato il consiglio di un amico o sfogliando una vecchia rivista, sta di fatto che da quando ho sentito per la prima volta When di Vincent Gallo non riesco piú a toglierlo dal mio MP3. Vincent Gallo oltre ad essere un attore ed un appassionato collezionista di progressive-rock é anche un musicista. Si parte con un pezzo strumentale "I wrote this song for the girl Paris Hilton" (che sia una dichiarazione d'amore?) dove un sax campionato rincorre una chitarra vintage. Il brano dopo che da il titolo al disco pare quasi una cover di Chet Baker cantante. In "Was" uno xilofono, o cosí sembra, suona uno strumentale. E dopo una quarantina di minuti tra ballate jazzate e pezzi strumentali si arriva alla fine riappacificati col mondo e con l'anima.


schwere see schwere see, mein herz
Il secondo disco è una riscoperta che stava prendendo polvere da circa quattro anni. Stimolato dall'amico Cherotto a scrivere qualcosa di musica tedesca ho ritirato fuori quello che io considero il miglior cd della discoteca di Eva, mia moglie, quando la conobbi. Sono undici pezzi di musica che sa di una volta dove violini, ottoni e soprattutto malinconiche fisarmoniche si fondono con i testi surreali e poetici in lingua tedesca di Sven Regener affermato scrittore e autore della trilogia di Herr Lehmann di cui del primo libro é stato tratto un film molto bello. Se mai verrá tradotto in italiano ve ne consiglio la lettura. Per il momento, in queste prime sere d'autunno, ascoltatevi Weisses Papier degli Element of Crime, Musiche che sanno di cabaret berlinese e mitteleuropa anni trenta.
DGvM